La (doppia) scaletta di Civitavecchia

(Il Messaggero, edizione di Civitavecchia, 26 febbraio 2012)

(Il Messaggero, edizione di Civitavecchia, 26 febbraio 2012)

E quindi, gajardi, siamo stati a Civitavecchia, nell’auditorium dell’Iis Viale Adige, ch’è una scuola alberghiera, dove alla fine del reading gli studenti ci hanno pure offerto un signor buffet. Abbiamo letto per la prima volta davanti a una marea di studenti delle superiori e qualcuno delle medie, alle 11 del mattino di sabato 25 febbraio: una platea vera, una palco con delle responsabilità. Di seguito, la scaletta con lettori, letture e rispettivi autori, come sempre accompagnati da quei due menestrelli romagnoli che adesso si fanno chiamare Gianluca e le cose:

  • Elena Marinelli (osvaldo) e Caterina Imbeni (grushenka): “La bicicletta della nonna” di Stefano Pederzini (Bolero)
  • Simone Marchetti (Chettimar): “Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Resistenza ma non avete mai osato chiedere” di Stefano Pederzini (Bolero)
  • Fabrizio Gabrielli (tabacchino): “Come giocare la palla”
  • Elena Marinelli (osvaldo): “Dojo Yoshin Ryu” di simone rossi
  • Fabrizio Gabrielli (tabacchino): “Va’ là, tugnino” di Emanuele Vannini (Van deer Gaz)

(stacchetto musicale di Gianluca e le cose)

  • Marco Manicardi (Many): “Virginia che non si muove” di Massimo Santamicone (Azael)
  • Elena Marinelli (osvaldo): “Resistenza” di Camilla Tomassoni (Ilke Bab)
  • Marco Manicardi (Many): “Schegge di legno del forcone”
  • Caterina Imbeni (grushenka): “La divisa del Balilla” di Marco Manicardi (Many)

Tremano le gambe, a leggere davanti agli studenti. Tremano le mani, quando una studentessa delle medie, tutta a modino e con lo zainetto eastpack con su scritto “built to resist”, viene timidissima a chiederti una copia del libro. E allora, alla fine usciamo dalla scuola, andiamo col sorriso stampato sul lungomare a mangiare dei gran pescetti, e intanto ci sentiamo orgogliosi, gajardi.

Poi la sera, durante l’apericena, come lo chiamano adesso, abbiamo fatto più o meno la stessa cosa di sempre al Panamà. E la scaletta è stata questa qui:

  • Fabrizio Gabrielli (tabacchino): “Come giocare la palla”
  • Luca Zirondoli (carlo dulinizo): “Va’ là, tugnino” di Emanuele Vannini (Van deer Gaz)
  • Simone Marchetti (Chettimar): “Camicie rosse, camicie nere” di Andrea Reboldi (Meandthebay)
  • Caterina Imbeni (grushenka): “Allora mi sono fermata e ho smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne” di Ludovica Anselmo
  • Marco Manicardi (Many): “Virginia che non si muove” di Massimo Santamicone (Azael)
  • Andrea Bentivoglio (benty): “Storia di Gisberto”
  • Elena Marinelli (osvaldo): “Zug”
  • Luca Zirondoli (carlo dulinizo): “E come potevamo noi cantare” di Marianna Sabattini (Marri)
  • Elena Marinelli (osvaldo): “Resistenza” di Camilla Tomassoni (Ilke Bab)
  • Marco Manicardi (Many): “Ci vuole del coraggio”
  • (BIS) Simone Marchetti (Chettimar): “Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Resistenza ma non avete mai osato chiedere” di Stefano Pederzini (Bolero)

Pensa te, ci hanno chiesto il bis. Gajardi.

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(Ringraziamo col cuore in mano l’Anpi di Civitavecchia, la Provincia di Roma, la preside dell’istituto e soprattutto quel gran bravo pischello di Fabrizio Gabrielli, che ha organizzato tutto con precisione impeccabilmente. Il giorno dopo, cioè ieri, eravamo sul Messaggero.)

Informazioni su il Many

(marco manicardi)
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2 risposte a La (doppia) scaletta di Civitavecchia

  1. arancioeblu ha detto:

    bello però, eh?
    io mi son persa tutto quello che avete fatto a bologna, ma mo’ vi metto nei preferiti.

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