Forse non è un caso che nella copertina dell’ormai vecchio Schegge di Liberazione ci siano tre donne, due delle quali col fucile in mano. E se volete, proprio oggi, ch’è una giornata speciale, potete rileggervi:
- La bicicletta della nonna di Stefano Pederzini “Bolero”
- Rosa, detta Gilda di Paola Zapparoli “Melidissa”
- Anna di Federico Pucci “Cratete”
- Resistenza di ceramica di Elena Marinelli “l’elena”
- La Gina di Francesco Laviano “pensieri spettinati”
- Zia Teresina di Isabella Dessalvi “Isa Dex”
- Non correre di Emanuele Vannini “Van deer Gaz”
- Allora mi sono fermata e ho smesso per un attimo di fare le solite cose che fanno tutte le donne di Ludovica Anselmo “pattymeet”
- Gerani e moschetti. Ovvero i fascisti e i vasi della bisnonna Carolina di Mariangela Vaglio “Galatea”
Prendetela come la nostra mimosa. Buon 8 marzo.
Mio nonno era un carabiniere. E’ nato il 26 di dicembre. E’ stato messo in un campo di concentramento. Era alto 1.90. quando è tornato a piedi per le strade della sua città pesava quaranta chili. Suo fratello non lo riconobbe. La mamma mi racconta che molti di quelli che tornarono morirono dopo aver cercato di mangiare. Lui no. Morì più tardi quando mi madre aveva sei anni. Probabilmente gli strascichi dei quello che aveva vissuto e non aveva raccontato a nessuno.
Qualche tempo fa siamo andati al matrimonio di mia cugina e c’era un signora anziana. si ricordava del nonno. Disse che era una persona buona.
Vorrei averlo conosciuto.
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